Indici Omega 3: situazione quasi paritaria tra vegetariani e vegani
I livelli di Omega 3 presenti nei consumatori di pesce, nei vegetariani e nei vegani sono simili fra loro.
Lo ha svelato uno studio coordinato dall'University of East Anglia (Norwich, Regno Unito), in cui Alisa Welch e colleghi hanno analizzato l'ipotesi che escludere il pesce dalla propria alimentazione corrispondesse a ridurre la presenza di queste preziose molecole nell'organismo.
I risultati della ricerca sono stati pubblicati sull'American Journal of Clinical Nutrition.
Le fonti di Omega-3
Gli acidi grassi Omega-3 sono presenti in diversi alimenti di origine animale e vegetale, ma la fonte principale di questi nutrienti sono i pesci grassi.
I pesci contengono livelli elevati sia di EPA (acido eicosapentaenoico), sia di DHA (acido docosaesaenoico), gli Omega-3 attivi all'interno dell'organismo.
Gli alimenti di origine vegetale (come le noci e i semi di lino) sono invece una fonte migliore di ALA (acido alfa-linolenico).
Quest'ultimo è un precursore di EPA e DHA. Una volta introdotto con l'alimentazione, l'organismo deve convertirlo in questi 2 acidi grassi per poter beneficiare dell'azione degli Omega-3.
Per questo motivo, Welch e colleghi hanno deciso di analizzare se la scelta di bandire il pesce dalla propria dieta (come fa chi è vegetariano o vegano) potesse ridurre la presenza di EPA e DHA nell'organismo.
Lo studio
La ricerca ha coinvolto 14.422 individui appartenenti al gruppo di studio EPIC (European Prospective Investigation into Cancer and Nutrition)-Norfolk.
Gli autori hanno analizzato i dati relativi alle abitudini alimentari dei partecipanti, raccolti attraverso un diario settimanale, per analizzare l'esistenza di un'eventuale correlazione tra regime dietetico e livelli di Omega-3 presenti nel circolo sanguigno.
Inoltre sono state misurate le concentrazioni di EPA e DHA nel plasma sanguigno.
Grazie a queste informazioni è stato possibile calcolare anche il tasso di conversione dell'ALA negli altri 2 Omega-3.
I risultati
Le analisi hanno dimostrato che per chi non mangia pesce, ma include altri cibi di origine animale della propria dieta, la fonte principale di Omega-3 è la carne.
I vegetariani invece ottengono questi nutrienti dai grassi spalmabili (ad esempio il burro o la margarina), dalle zuppe e dalle salse.
La quantità totale di Omega-3 introdotti da chi non mangia pesce è risultata variabile tra il 57 e l'80% di quella tipica di chi invece lo consuma.
Tuttavia, le differenze osservate nelle concentrazioni plasmatiche sono risultate decisamente più contenute.
Non solo, il tasso di conversione dell'ALA in EPA e DHA è risultato maggiore in chi non mangia pesce e nelle donne.
Un tasso di conversione inatteso
In base a questi risultati i ricercatori hanno concluso che il regime alimentare non influenza fortemente i livelli di Omega-3 presenti nell'organismo.
L'ipotesi formulata dagli autori è che ciò sia reso possibile dal fatto che in chi non mangia pesce il tasso di conversione dell'ALA in EPA e DHA è più elevato di quanto non lo sia in chi lo mangia.
Per rimanere sempre aggiornato sulle ultime notizie dalla ricerca scientifica sugli omega-3 iscriviti alla nostra newsletter.
• Per informarti meglio sugli Omega 3 ed una vasta gamma di integratori, ad esempio: integratori per la pelle, integratori per abbassare il colesterolo, integratori gravidanza e integratori allattamento, integratori memoria, quelli che contengono coenzima q10 e vitamina d3 clicca sui links appena forniti.
• Per scoprire i vantaggi dell'olio di krill, un olio di pesce ricchissimo di Omega 3, utile anche per combattere il lupus eritematoso o disturbi durante e post allenamento sportivo come il broncospasmo, clicca sui rispettivi links.