Antinvecchiamento

Gli integratori di acido folico aiutano a prevenire la demenza?

Acido folico: gli integratori prevengono la demenza?

La carenza di folati, derivati della vitamina B 9, è molto comune tra le donne in post-menopausa e sembra aumentare il rischio di demenza o di deterioramento cognitivo lieve, una forma di pre-demenza. I supplementi di acido folico potrebbero dunque avere un ruolo importante nella protezione dal declino cognitivo.

Lo riporta uno studio condotto dai ricercatori del Dipartimento di Epidemiologia della Columbia University di New York (USA) e pubblicato sulla rivista Journal of the Academy of Nutrition and Dietetics.



Vitamine B e demenza

Le vitamine del gruppo B sono fondamentali per il funzionamento di diversi enzimi coinvolti nel metabolismo delle cellule. Il ruolo di queste vitamine, soprattutto B6, B12 e folati, nella protezione della funzione cognitiva negli anziani è da qualche anno oggetto di studio. Diverse ricerche hanno evidenziato che una maggiore assunzione di vitamine B potrebbe essere associata con un minor rischio di demenza. Per demenza si intende una condizione di disfunzione cronica e progressiva delle funzioni cerebrali che porta a un declino delle facoltà cognitive della persona. Il Mild Cognitive Impairment indica invece la fase di transizione tra l’invecchiamento normale e la demenza.



La carenza di folati aumenta il rischio di demenza

In questa ricerca, condotta nell’ambito di un trial clinico, il Women’s Health Initiative Memory Study, sono state coinvolte più di 7.000 donne in post-menopausa delle quali è stato valutato l ’apporto nutrizionale di vitamine del gruppo B, in relazione al possibile sviluppo di disturbi cognitivi. Le partecipanti sono state contattate tra il 1993 e il 1998, e l'assunzione delle vitamine del gruppo B è stata valutata attraverso un questionario di frequenza sui consumi alimentari. Sono stati così identificati i livelli di folati, vitamina B6, e vitamina B12 e la loro associazione, da sole o in combinazione, con la demenza di diversa gravità. 


È emerso dai risultati che il 46,7% delle donne esaminate assumeva livelli giornalieri di folati al di sotto delle dosi raccomandate (400 µg). La vitamina B6 è invece risultata carente in circa il 27% delle donne, mentre solo il 2,5% di esse mostrava livelli insufficienti di vitamina B12. Le carenze sono apparse associate a una maggiore sedentarietà e a condizioni socio-economiche più disagiate. Nel corso dei 5 anni di osservazione, sono stati diagnosticati complessivamente 307 casi di demenza o di Mild Cognitive Impairment, il 16,4% dei quali era evoluto in probabile demenza al termine del periodo osservazione. L’ incidenza di Mild Cognitive Impairment e demenza è risultata maggiore tra le donne con insufficienza di folati, con un aumento del rischio del 100% circa per le donne con livelli di assunzione al di sotto del fabbisogno giornaliero. Nessuna correlazione, invece, è emersa per apporti di vitamina B6 inferiori ai livelli consigliati.



Una relazione da confermare

L'assunzione di folati di sotto della dose giornaliera raccomandata sembra aumentare il rischio di demenza in età avanzata. Alla luce di queste osservazioni gli autori dello studio ipotizzano che i supplementi di folati potrebbe aiutare prevenire il declino cognitivo nella popolazione anziana. È necessario però approfondire con ulteriori studi questa ipotesi.   


Fonte: Agnew-Blais JC, Wassertheil-Smoller S, Kang JH, Hogan PE, Coker LH, Snetselaar LG, Smoller JW. “Folate, Vitamin B-6, and Vitamin B-12 Intake and Mild Cognitive Impairment and Probable Dementia in the Women's Health Initiative Memory Study.”J Acad Nutr Diet. 2014 Sep 5. pii: S2212-2672(14)01056-9. doi: 10.1016/j.jand.2014.07.006.