Omega 3: Notizie dell'ultima ora e studi più recenti
Le notizie dell'ultima ora e gli studi più recenti sugli Omega-3 per essere sempre aggiornato sulle novità e gli sviluppi di queste sostanze naturali.
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Il consumo di omega-3 spesso è insufficiente rispetto alle quantità raccomandate dall'Organizzazione Mondiale della Sanità, evidenziando la necessità di promuoverne il consumo soprattutto nei gruppi più vulnerabili della popolazione, come bambini, donne in età fertile e anziani. Ad esempio, tra gli americani, la quantità di EPA e DHA consumata dalle donne in gravidanza è cinque volte inferiore ai 520 milligrammi raccomandati, e nei bambini raggiunge solo il 40% della dose ottimale.
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Gli integratori a base di olio di pesce non favoriscono il sanguinamento postoperatorio nei pazienti sottoposti a chirurgia cardiaca, anzi riducono il numero di trasfusioni di sangue necessarie dopo l'intervento. Queste nuove scoperte supportano la necessità di riconsiderare le attuali raccomandazioni che sconsigliano l'uso di integratori di omega-3 prima della chirurgia cardiaca, perché ritenuti causa di emorragia. Leggi tutto l'articolo
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Nelle donne, l'integrazione con gli omega-3, soprattutto EPA, può favorire la diversità dei batteri che compongono il microbiota intestinale, indipendentemente dal consumo di fibre e probiotici. Un Indice Omega-3 più alto, infatti, sembra favorire lo sviluppo di un elevato numero di specie batteriche nell'intestino, una condizione associata a diversi effetti salutari, tra cui la riduzione del rischio di diabete, obesità e di condizioni infiammatorie come la colite o il morbo di Crohn. Gli integratori di omega-3 potrebbero quindi rappresentare una semplice strategia per migliorare la composizione della flora batterica intestinale.
Lo hanno scoperto i ricercatori dell'Università di Nottingham (Regno Unito) e pubblicato sulla rivista Nature's Scientific Reports nei mesi scorsi.
Microbiota intestinale e omega-3: un legame ancora da definire
L'integrazione alimentare con omega-3 può migliorare la salute umana soprattutto quella cardiovascolare. Alcuni dei meccanismi con cui gli acidi grassi omega-3 agiscono sono collegati direttamente alle loro azioni anti-infiammatorie poiché sia l'EPA che il DHA riducono la sintesi di molecole che favoriscono l'infiammazione.
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Nei pazienti affetti da Steatosi Epatica Non Alcolica l'integrazione con 4 grammi di omega-3 può migliorare il metabolismo epatico dei lipidi. In particolare, l'aumento di almeno il 2% della concentrazione di DHA nei globuli rossi, come effetto del consumo degli integratori di omega-3, è associato a una significativa riduzione del grasso depositato nel fegato e ad una migliore sensibilità all'insulina da parte dell'organo.
Lo hanno scoperto i ricercatori delle Università Oxford, Southampton e Surrey (Regno Unito), e pubblicati sulla rivista European Journal of Clinical Nutrition.
Fegato grasso, un problema diffuso nei paesi occidentali
La steatosi epatica è una patologia cellulare legata all'accumulo nelle cellule del fegato di trigliceridi che arrivano a superare il 5-10% del peso dell’organo stesso.
La patologia può essere causata da un aumentato apporto di grassi, da un ridotto smaltimento dei grassi o dall'aumento della loro sintesi.
La steatosi dovuta all'eccessivo apporto di grassi può essere provocata da una alimentazione troppo ricca di lipidi o da un'aumentata mobilizzazione degli acidi grassi. Quest'ultima a sua volta può essere causata da fattori quali stress, ormoni, digiuno prolungato e diabete.
La steatosi da ridotto smaltimento di grassi può essere dovuta ad una dieta ipoproteica, ad una diminuita sintesi di apolipoproteine e da carenza di vitamina B12.
La steatosi da aumentata sintesi di lipidi è dovuta ad un accumulo di grassi di sintesi endogena e possono essere provocate da alcuni farmaci o da abuso di alcool.
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Omega-3 DHA riduce l'infiammazione e i trigliceridi alti!
Gli integratori di omega 3 EPA e DHA agiscono con uguale efficacia sulle cellule del sistema immunitario regolando in maniera simile l'espressione di specifici geni coinvolti nell’infiammazione. Il DHA invece, rispetto all’EPA, esercita un maggiore effetto nella riduzione dei trigliceridi del sangue e di alcune molecole segnale dello stato infiammatorio, ed ha una migliore capacità di aumentare l’Indice Omega-3, riducendo così il rischio cardiaco. Leggi tutto l'articolo
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Gli integratori di olio di pesce SONO SICURI e non aumentano il rischio di sanguinamento!
Secondo un recente studio, i supplementi a base di olio di pesce non aumentano il rischio di emorragia durante o dopo gli interventi chirurgici. Sebbene, infatti, gli integratori ricchi di omega-3 riducano la capacità di aggregazione delle piastrine nei soggetti sani, questo effetto biochimico non si riflette in un maggior sanguinamento, contraddicendo così alcune ricerche precedenti e smentendo la necessità di sospendere il consumo di integratori prima di operazioni o altri interventi invasivi. Leggi tutto l'articolo
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SIRS: l'olio di pesce Omega 3 aiuta la guarigione e diminuisce il rischio di morte
Negli individui con sindrome da risposta infiammatoria sistemica (SIRS), una condizione caratterizzata da una forte infiammazione diffusa in tutto l’organismo, l’assunzione di supplementi di omega 3 sembra ridurre il rischio di morte del 23% e la degenza in ospedale di circa 10 giorni.
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Acidi grassi Omega 3
Nei libri di fantascienza o in qualche definizione scientifica si sente a volte l'affermazione che "siamo forme di vita basate sul carbonio" o "sulla terra la vita è basata sul carbonio".
In effetti questo elemento, largamente diffuso in natura, è alla base di molti materiali, dalla grafite al diamante passando per il petrolio, e si lega facilmente con altri elementi, tanto che si contano in natura più di 10 milioni di composti del carbonio. E' anche alla base dello scambio tra ossigeno e anidride carbonica (appunto) che alimenta la fotosintesi clorofilliana e quasi tutto quello che abbiamo studiato a chimica nella scuola dell'obbligo.
Per chi è saturo di discorsi sui grassi… facciamo chiarezza
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DHA: importante ed essenziale nella crescita
Docosaesaenoico poteva essere una parola buona per le filastrocche di Mary Poppins, e ci sarebbe anche stato bene, dato che si tratta di un acido grasso omega 3 che fa particolarmente bene ai bambini.
Quello che un cervello in fase di sviluppo vuole, quello che la dieta non sempre DHA….
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Omega 3 DHA
Chi non vorrebbe più fluidità e flessibilità per le membrane nervose del suo cervello?
Bene, l'elemento responsabile di tutto questo è il DHA, o acido Docosaesanoico o - con termine del 19° secolo - acido cervonico, proprio perché molto presente nel cervello.
Sigle importanti per la nostra salute, ma non sempre riusciamo ad assumerne le quantità corrette
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