
L'integrazione con EPA e DHA può abbassare la frequenza cardiaca, ossia il numero di battiti del cuore al minuto, un parametro che, se troppo elevato, può rappresentare un fattore di rischio cardiovascolare. Il trattamento con i supplementi di omega-3 è associato a una riduzione media della frequenza cardiaca a riposo di oltre 2 bpm (battiti per minuto) e, se analizzati singolarmente, è il DHA ad avere effetti maggiori rispetto all'EPA. I supplementi di omega-3 potrebbero rappresentare, quindi, una strategia semplice per ridurre la mortalità in generale e il rischio di cardiopatie, soprattutto per coloro che non consumano regolarmente pesce con la dieta. Leggi tutto l'articolo