ADHD: gli integratori di omega-3 aiutano a ridurre i sintomi e migliorano le prestazioni cognitive

Disturbo da deficit dell'attenzione e iperattività: tutti i benefici degli Omega 3



Nei bambini e adolescenti con Deficit di Attenzione e Iperattività (ADHD) gli integratori di omega-3 migliorano le prestazioni cognitive, l’attenzione e il comportamento, soprattutto in ambito familiare. Gli effetti positivi sono associati al consumo di almeno 500 milligrammi al giorno di EPA. Sono questi i risultati di un nuovo studio che conferma, inoltre, il legame tra la carenza di omega-3 e i sintomi di ADHD.


La meta-analisi, cioè uno studio realizzato analizzando nell’insieme i risultati di altre ricerche, è stata pubblicata dai ricercatori del King's College di Londra (Regno Unito) sulla rivista Neuropsychopharmacology.





Cosa è l’ADHD?



I ragazzi affetti da ADHD, rispetto ai loro coetanei, presentano un’evidente difficoltà a rimanere attenti o a lavorare su uno stesso compito per un periodo di tempo prolungato. Problematiche che si manifestano soprattutto a scuola, dove hanno difficoltà nel prestare attenzione ai dettagli, fanno frequentemente “errori di distrazione” e lavorano in maniera incompleta e disordinata. Le altre caratteristiche del disturbo sono l’eccessivo livello di attività motoria e vocale che si manifesta con continua agitazione e difficoltà a rimanere seduti, e l’impulsività; i bambini ADHD rispondono troppo velocemente e interrompono frequentemente gli altri durante i dialoghi. Le terapie con medicinali come il metilfenidato, sono quelli più utilizzate per l'ADHD. Tuttavia, negli ultimi anni c'è stato un crescente interesse verso strategie non farmacologiche, per fornire un'alternativa a genitori e medici che cercano trattamenti diversi o supplementari. Uno di questi è l'integrazione con acidi grassi omega-3. Tuttavia, l’efficacia di questi supplementi è da sempre oggetto di dibattito. Alcuni studi hanno, infatti, riportato una significativa riduzione dei sintomi del Deficit di Attenzione e Iperattività dopo il trattamento con DHA e EPA. Tuttavia, un tentativo successivo di replicare questi risultati non è riuscito a confermare tali effetti. Anche se scarsi livelli di omega-3 nel plasma sono stati frequentemente trovati nei ragazzi con ADHD, ad oggi la maggior parte degli studi che hanno investigato l'efficacia degli omega-3, hanno prodotto risultati contrastanti.





Gli integratori di omega-3 migliorano i sintomi della malattia



Il nuovo studio di meta-analisi, condotto dai ricercatori inglesi, su bambini e adolescenti ha indagato la relazione tra l’ADHD con i livelli di omega-3 e quella tra i sintomi della malattia e i supplenti di omega-3. I risultati statistici hanno innanzitutto confermato che i soggetti con ADHD avevano livelli più bassi di EPA, DHA e omega-3 totali nel sangue. Inoltre, i dati hanno rivelato un’associazione tra l’integrazione con omega-3 e i miglioramenti nelle prestazioni cognitive; in particolare la riduzione dei fenomeni di iperattività era osservabile quando venivano somministrate dosi di EPA di almeno 500 milligrammi al giorno. Sorprendentemente, la ricerca ha evidenziato che la diminuzione dell’iperattività e della disattenzione non era riportata dalle relazioni degli insegnanti, mentre i miglioramenti erano dichiarati dai genitori, nella descrizione del comportamento in famiglia. 


Secondo quanto affermato dagli stessi autori della ricerca, questi risultati forniscono prove a sostegno di un ruolo degli omega-3 nell'ADHD e suggeriscono l'integrazione con omega-3 come un intervento clinicamente rilevante. Nel contesto della "medicina personalizzata”, si può ipotizzare che i giovani con ADHD e con bassi livelli di EPA e DHA nel sangue possano rispondere meglio all'integrazione con omega-3. Così come, in precedenza, gli stessi autori dello studio hanno dimostrato che individui con rischio genetico di sviluppare un particolare tipo di depressione, avevano concentrazioni scarse di omega-3 nei globuli rossi e che l’integrazione con questi acidi grassi poteva ridurre il rischio del manifestarsi della malattia. 


Inoltre, un recente studio pubblicato su Molecular Psychiatry ha classificato i pazienti con disturbo depressivo maggiore in un gruppo ad alta infiammazione e uno a bassa infiammazione, e ha dimostrato che i soggetti appartenenti al primo gruppo rispondevano meglio all'EPA. Pertanto, la stratificazione dei bambini con ADHD in base ai livelli di omega-3 potrebbe essere un approccio per ottimizzare gli effetti terapeutici dell'integrazione con EPA e DHA. Gli omega-3, infatti, sono cruciali per la funzione ottimale dei neurotrasmettitori: la loro presenza in grandi quantità nella membrana cellulare può regolare la fluidità della stessa e la funzione del trasportatore della dopamina, un neurotrasmettitore che regola l’attenzione e la memoria.





Alcuni dettagli della ricerca



La nuova meta-analisi ha raccolto e analizzato i risultati di sette studi clinici condotti su 543 bambini e adolescenti, rivelando che gli omega-3 erano associati a miglioramenti dei sintomi clinici dell'ADHD, mentre i dati di altri tre studi clinici, che avevano coinvolto 214 bambini e adolescenti, hanno indicato un impatto positivo degli integratori di omega-3 sulle misure cognitive associate all'attenzione. La nuova meta-analisi è stata eseguita con specifici software e ha utilizzato dei database di letteratura scientifica consolidati per identificare gli studi più appropriati da includere. 


Commentando lo studio, Harry Rice, vice Presidente dell'organizzazione per l’EPA e il DHA (Goed), ha dichiarato di essere sempre stato scettico rispetto al ruolo positivo di EPA e DHA per i bambini con ADHD, ma che i risultati di questa meta-analisi sembrano essere molto promettenti. Inoltre, sempre secondo Rice, considerata la sicurezza in termini di effetti collaterali degli omega-3 rispetto ai farmaci per il trattamento dell'ADHD, è raccomandabile l’aumento del consumo di omega-3, soprattutto per i bambini che non mangiano almeno due porzioni di pesce grasso a settimana o che non assumono un integratore di omega-3 regolarmente.





Quali integratori possono aiutare in caso di disturbo di attenzione e iperattività?





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Fonti:

Chang et al., “Omega-3 Polyunsaturated Fatty Acids in Youths with Attention Decit Hyperactivity Disorder (ADHD): a Systematic Review and Meta-Analysis of Clinical Trials and Biological Studies”;  Neuropsychopharmacology, Vol. 43, No. 3, 01.02.2018.