Integratori di vitamina D: un pasto contenente grassi ottimizza l’assorbimento
Vitamina D: un pasto che contiene grassi migliora l’assorbimento
Assumere i supplementi a base di vitamina D durante un pasto contenente grassi, mono o polinsaturi, può aumentare l'assorbimento della vitamina del 32% rispetto alla stessa dose consumata in assenza di lipidi.
È quanto riportato da uno studio condotto presso la Tufts University di Boston (USA) e pubblicato sulla rivista Journal of Academy of Nutrition and Dietetics.
Le fonti di vitamina D
Gli alimenti che contengono la vitamina D sono principalmente alcuni tipi di pesce come ad esempio aringa, sgombro e salmone, l'olio di fegato di merluzzo, il burro, i formaggi e le uova. Inoltre essa viene sintetizzata per azione della luce solare sulla pelle, a partire da un precursore, il 7-deidrocolesterolo. Se nei paesi mediterranei la quantità di radiazioni ultraviolette assorbita è di norma sufficiente a coprire il fabbisogno di vitamina D, in alcuni paesi del nord l’esposizione al sole è molto debole.
Questo significa che gli integratori a base di vitamina D, che dopo i supplementi multivitaminici sono i più diffusi, e gli alimenti fortificati possono rappresentare un mezzo efficace per aumentarne l' introito. La vitamina D è un nutriente liposolubile, dunque i ricercatori negli scorsi anni hanno ipotizzato che gli alimenti contenenti grassi potrebbero influenzarne l’assorbimento. Vi era però finora carenza di studi conclusivi a riguardo.
Una corretta dose di grassi migliora l’assorbimento della vitamina D
Durante lo studio il dottor Dawson-Hughes, e i suoi colleghi, hanno reclutato 50 soggetti, uomini e donne anziani e in salute. I volontari sono stati divisi in tre gruppi: il primo gruppo che aveva consumato un menù senza grassi, mentre il secondo e il terzo avevano assunto un pasto in cui il 30% delle calorie era fornito da grassi. Questi ultimi due menù differivano per il rapporto tra acidi grassi monoinsaturi (MUFA) e polinsaturi (PUFA), con il secondo gruppo avente un basso rapporto (1:4) mentre il terzo gruppo un elevato rapporto (4:1) di MUFA su PUFA. Tutti i partecipanti, durante il pasto, avevano assunto un supplemento in polvere contenente 50.000 UI (circa 1.200 microgrammi) di vitamina D.
I risultati di analisi specifiche hanno mostrato che i livelli plasmaassimi di vitamina D erano superiori del 32% nei soggetti che avevano consumato alimenti contenenti grassi, rispetto al primo gruppo. Inoltre, l’ assorbimento dopo 10 e 14 ore era maggiore del 40% e del 2tici m5%, rispettivamente. Tuttavia, contrariamente alle loro aspettative, il rapporto tra MUFA e PUFA non sembrava influenzare l’assorbimento della vitamina D.
Una scoperta dai molti risvolti
Secondo l’opinione degli autori della ricerca, questo risultato migliora la comprensione di come la composizione di un pasto impatti sull’assorbimento degli integratori di vitamina D, promuovendo l’assunzione dei supplementi in concomitanza di pasti contenenti quantità di grasso generalmente raccomandate in una sana dieta quotidiana. Questa scoperta potrà inoltre influenzare la progettazione di futuri studi sull’ assorbimento della vitamina D.
Fonte: B. Dawson-Hughes, Harris SS, Lichtenstein AH, G. Dolnikowski, NJ Palermo, H. Rasmussen. “Dietary Fat Increases Vitamin D-3 Absorption”. Journal of the Academy of Nutrition and Dietetics. February 2015, 115;2 , 225-230.